Enzo Napolitano è un artìsta dalla coscienza attenta, che in ogni nuova realizzazione segna la tappa sigrifficativa di un laborioso percorso interiore. Nell'esplicitare una vìsione proveniente dal profondo della sua anima egli si segnala come il continuatore dì quella generazione artistica del secondo dopoguerra, la quale aveva proclamato la crisi della riconoscibílità dell' immagine - e quindi perseguito una ricerca analitica di superamento della forma proponendosi finalitá dì ordine etico e spirìtuale. La sua pittura'è una sorta di viaggio a ritroso, che parte dall' immagine per accedere a un caos embrionale, o, se si preferisce all'indefinitezza che precede la formulazione razionale dei pensìero. Da artista dello spírìto, egli sa bene che dietro ogni tacca di colore si nasconde il soffio inconoscibile della creazione. Gli echi visivi che egli suscita non sono di mai neutri, in quanto sorgono da una coscienza vigile e dalla volontà dì ricomporre in armonia spirituale le forme del disgregamento della materia. Il suo fervore creativo si regge su un impulso etico di riconciliazìone - a questo proposito, sono illuminanti le precisazioni che lui stesso mi ha fornito nel corso dei colloquio che appare in questo volume - con un mondo ferito dalla violenza e , ancora peggio, dall' indifferenza. Per accedere più agevolmente alla qualità strutturale del linguaggio di Napolitano, è opportuno accogliere in prima istanza le suggestioni evocate dal flusso dì una pittura che sgorga da una vigorosa spinta mentale. L'artista agisce infatti su una trama di impronte, di apparizioni, di inganni visivi e di impercettibili abbandoni, che sottintendono forse tempeste emotive. In ognì sua sperimentazione Napolitano visualizza l'incombere di un caos ribollente come una colata vulcanica. li suo operare sulla tela è stabilito dal rapporto tra la consistenza plastica della materia e la policromia, e dell'opposiziione fra movimento e staticità, fra la luce e l'ombra. Pittore di grandiosi bagliori guizzanti e vitalmente espressivi, egli lascia aperto un intrigante ìnterrogativo sulla genesi e sul significato dei suo operare, in quanto l'apparente casualità di quella che pure definirei una sorta di action painting, nasconde un procedere fortemente premeditato. Enzo Napolitano lavora la materia pittorica come se fosse un elemento biologicamente capace di rigenerarsi, o dì trasmutarsi, attraverso 9 respiro della poesia che egli stesso le imprime. Questo pittore lirìco astratto non riproduce quindi apparenze cromatiche, ma piuttosto le armoniose dìssonanze di esperienze visive, le quali non propongono intrìnseche soluzioni tematiche, bensì sensazioni riferibilí solo a una realtà ìdeale. Del resto le tracce provvisorie e inquietanti di immagini urnane, che ancora sembrano vibrare sotto la superficie pittorica, ti reperti visivi, che riportano alla luce avvenimenti archetipici, esplicìtati emblematicamente anche dalle titolaziorti che l'artista vi appone, come codici interpretativi di una maníera espressiva definita da luì stesso con il termine Magmatismo. Il racconto che si esprime attraverso ogni nuova opera è prodotto da una grafia perturbante come un grido interiore. Le superfici pittoriche scorrono attraverso lo spazio in pagine decodificabilí, che si impongono come testimonianze soggettive, o come tracce di memoria. L'artista sembra procedere guidato da intuizioni che producono bagliori luminosi e dissolvenze, che si organizzano in successioni di tassellì cromatici. a cui fanno da contrappunto zone arcane, dove lo sguardo si rifugia in attesa di una possibile risposta. Il controllo della materia è tuttavia totale, come la calibratura dei valori tonali e la distribuzione dei volumi, che agiscono come forme plastiche, sovrapponendo spessori, avvallamenti e graffiature sulla superficie della tela. In realtà, e sono le parole stesse dell'artista a testimoniarlo, si tratta qui di una tecnica esecutiva dei tutto particolare,ovvero di un impasto materico e cromatico accumulato su un substrato figurale, che a volte riemerge allusivamente dalla sepoltura e dalla cancellazione operata daIl'amalgama pittorica Da questo procedimento derìva quindi una sorta dì proliferazione cromatica, ovvero una sorta di inflorescenza spontanea che appartiene a una natura incontrollabile. L Unendo 1,1 piacevolezza visiva a precise sensazioni tattìlí, lartista ottiene infine l'apparenza otticamente ingannevole di un sommovimento sotterraneo. Eludendo l'inevitabìle bidimensionalità del supporto, Napolitano privilegia una rappresentazione stratificata, corposa, persino debordante e tuttavia perfettamente calibrata, Il suo tratto pittorico andrebbe dunque definito nell'ambìto dell'espressionismo informale,se non fosse per questa la scelta di dare un senso oggettivo e una leggíbilità immediata al suo comporre, evitando le trappole intellettualistiche legate a quella sperimentazione.Ma questi lavori impongono di aprire delle prospettive diverse e fuori dalla storía. Infatti egli avanza in totale libertà, rompendo i ponti cori A passato, e per dare spazio a una poeticità che si concretizza in una materia pittorica concreta, che suscíta allusioni senza essere ingannevole.Ma la complessità delle procedure che mette in atto per a risultati visivi di estrema chiarezza concettuale,non basta da sola a spiegare la forza espressiva del suo operare. Per questo vorrei qui mettere l'accento sul valore di quel dialogo spirituale, che sempre dovrebbe ìntercorrere fra l'esecutore di un'opera d'arte e l'osservatore. In questo caso la comunicazione si attua agevolmente, come in tiri patto di complicità. L'invenzione materica del Magmatismo apre infatti porte impreviste verso luoghi dove la forma ínforme assume compostezza e persino un senso appagante di dolcezza che è poi la stessa dolcezza che ho avuto la fortuna di apprezzare di persona nel mio incontro con l'artista. Così i suoi pigmenti che solo all'apparenza possono suggerire riferimenti all'irrazionale, sì compongono sinfonicamente fino a raggiungere livelli di concomitanza Oggettiva con un pensiero chiarificatore di tutte le possibili interrogazioni. In verità la ricerca di questo suggeritore di caos premeditati rappresenta tiri percorso solenne di verità, e un itinerario che tende al superamento dei gesto pittorico e del mero atto estetico. Le leggerezze, le trasparenze, gli spessori, i coaguli i contrappunti tonali, sono le componenti di un'astrazíone, che in ogni singolo risultato appare irrìpetibile. Del resto, l'impasto cromatico che Napolitano manipola con la sua tecnica personalìssima, ha in sé potenzialità espressive ineludibili: ottenuto attraverso il trattamento di pigmenti e naturali è la colta testimonianza dì una continuità artistica, un omaggio ai maestri affrescatori del Cinquecento, da cui l'artista ha appreso i segreti del suo intingolo magmatico .Con la stessa autorevolezza egli esercita un fermo controllo della manualità, allo scopo di approfondire il significato dei segnali cromatici, e per stabilire la costruzione del quadro secondo una progettualítà razionale. Siamo quindi ben lontani da quella tipica s rittura automatica, che è prerogativa delle ,avanguardie alle quali, in una certa misura, Napolitano può essere apparentato. La sua pratica creativa é piuttosto quella di una sperimentazione volutamente instabile e quindi fermamente consolidata, dove l'unica e giusta Prospettiva sta nella definizione della ricchezza dei risultati visivi, Certamente egli ha ereditato dall'action painting di scuola americana un certo umore malinconico me ne ha respìnto con saggezza le sovrastante, rivolgendosi all'intelligenza dei gesto, aprendo e concludendo ognuna della tappe di una narrazione compiuta, e proponendosi come il poeta di una materia significante e immediatamente comunicativa che non necessita certamente di eluttuatati interventi critici per farsi comprendere.
P. Levi