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Critiche d'Arte

Area interamente dedicata alle Critiche d'Arte scritte sul Maestro Enzo Napolitano

GIOVANNI CAPPUZZO - la pittura di Vincenzo Napolitano

2020-11-13 15:19

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GIOVANNI CAPPUZZO - la pittura di Vincenzo Napolitano

In realtà ogni suo quadro, in certo senso, ha l'aria di essere un convegno molto delicato e sensibile, qualcosa dotata di una sua struttura vitale e di una o...

In realtà ogni suo quadro, in certo senso, ha l'aria di essere un convegno molto delicato e sensibile, qualcosa dotata di una sua struttura vitale e di una organicità pronta a scaturire da un contesto appartemente riferibile alla realtà che ci circonda, ma in effetti rispondente ad esigenze più profonde.
In tal modo il linguaggio è come aperto alla meditazione, perchè si articola e si snoda ai margini di una figurazione che tende a farsi tramite prezioso tanto vicino al soffio semantico delle umane vicende, mentre il segno depurato in certo senso dal peso incombente della materia, si fa elemento fondamentale della sua espressione.

E' il segno che vibra con una dinamica costruttiva tutta interna, segno non monotono che si condenza e si allarga, ma in funzione di un ritmo spaziale mobile, sempre risolto nell'incombenza della superficie. C'è alla radice del suo procedere pittorico la percezione vigile ed attenta ai valori interiori, per cui lo stesso colore è come carico di una sua interna vibrazione.

E' agevole allora cogliere, con una lettura attenta e meditata. il senso di un rapporto non soltanto e non esclusiveunente otticovisivo con il paesaggio esteriore fatto di cose o di persone, ma anche il significato ideale di una proiezione delle cose fuori dallo stesso spazio atmosferico, fisico o materiale, per collocarle in una dimensione atemporale, forse aldilà della muraglia stessa della memoria.

È questo l'aspetto per così dire simbolista. Allora le sue figure, mentre vengono a segnare le coordinate emotive dei sogni e delle speranze, esprimono con intensità un 'attimo fissato nel flusso eterno del tempo, fermato e quasi congelato e bloccato sotto la volta arcuata del cielo. Lentamente viene a realizzarsi una sorta di fantastica conversione: quelle figure diventano e si trasfonna no allora in inquieti simboli della nostra condizione umana, con il loro carico di contraddizioni. di perplessità e di strane suggestioni.

Ma tali simboli non si condensano e non si coagulano in ideogrammi criptogenetici o in assurde concreizioni intellettualistiche, perchè il veicolo semantico si espande e si articola con urta sua forza vitale, ricca di impulsi e di sottintesa risonanze. affidandosi al suo elemento più proprio, cioè al colore, senza tracce di procedimenti residui, con l'entusiasmo di una intuizione e con felice resa espressiva, che pur partendo da una tendenza genetica appartemente espressionista, si estrinseca e si dipana lungo l'arco di una tenzione sostanzialmente figurativa, anche se di un realismo fantastico e quasi visionario. Il colore è timbricamento evocato e disciplinato nel rigore strutturale di un sistema di cambiture libere e dinamiche e viene in tal modo a sottolineare la condizione di uno spirito che crede nella pittura per sincera vocazione.

La tavolozza ha quindi note ben scelte e piuttosto varie, con degli accordi vibratili, sempre caratteristici per novità, intensità e gusto. E sono proprio gli accordi timprici a sottendere e quasi adombrare un tessuto poetico vagamente intimista. Viene in tal modo a crearsi una atmosfera da cui emergono ed affiorano allusioni e simboli. Allora, superando il lieve diaframma, coglieremo un senso di inquietudine e di anzia che si collega alla tematica esinstenziale come tema predominante.

 

Giovanni Capuzzo

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